Enzo Savarese, commissario Agcom, prova a rassicurare chi teme l’arrivo di una regolamentazione in stile HADOPI per la tutela del diritto d’autore.
Nessun modello HADOPI per l’Italia. Lo assicura Enzo Savarese, commissario Agcom, in un’intervista rilasciata al Corriere delle Comunicazioni. Piuttosto, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sta lavorando a un testo di sintesi tra due linee contrapposte, una più orientata a tutelare il copyright, un’altra più attenta a non pregiudicare le libertà e i diritti degli utenti di Internet. Un testo, dunque, che dovrebbe assumere una linea garantista sia nei confronti dei produttori che dei netizen. Nonostante in Rete sia circolato un documento di tutt"altro tenore.
Agcom è impegnata nella definizione di nuove regole in materia di diritto d’autore, come richiesto dalla cosiddetta legge Romani, oggetto d’attenzione anche da parte della diplomazia statunitense, secondo quanto rivelato da El Pais sulla base dei cablogrammi diffusi da Wikileaks.
Una regolamentazione che Savarese definisce necessaria, alla luce dell’evoluzione tecnologica e delle nuove forme di fruizione dei contenuti veicolati in Rete. Il testo dovrebbe essere prodotto nei prossimi giorni, per poi essere sottoposto a consultazione pubblica dopo il 17 dicembre.
Il commissario Agcom cerca di rassicurare quanti ipotizzano l’arrivo di norme punitive. La proposta dell’Authority non ricalcherà le linee guida della HADOPI francese in relazione alla disconnessione forzata dagli utenti di Internet. Agcom vuole colpire i siti web che ritrasmettono contenuti audiovisivi premium, che forniscono servizi di streaming di film in prima visione, che mettono a disposizione file tutelati da copyright attraverso circuiti di P2P.
Autore: Andrea Galassi